Oppure

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08/05/11 8:25
00bullo00
Scusate il titolo poco chiaro ma non ho saputo sintetizzarlo meglio.

In pratica stavo facendo un sito web in cui c'è una tabella che, necessariamente, deve essere grande quanto l'intero schermo (quindi l'utente deve vedere sia l'inizio che la fine, niente scrollbar laterali). Nella cella più grande di questa tabella ci deve stare un contenuto enorme. Per non far quindi uscire la tabella dai margini è necessario che solo in quella cella ci sia una scrollbar.
Mi è stato detto che le soluzioni sono con l'iframe (e funziona) o con i div. Mi interessava risolvere con i div perchè l'iframe mi complicherebbe la situazione.

Ho tentato con un div che contiene il contenuto della cella grande, gli ho messo la proprietà overflow:auto e al body della pagina ho messo overflow:hidden (codice css). Ebbene, non funziona perchè la tabella esce dalla pagina e, oltretutto, con la scrollbar disattivata non posso neanche vedere cosa c'è dopo.

Sono sicuro di nomi di classi e tutto il resto, quindi il problema è altrove.

C'è per caso da fare qualche altro trucchetto? Ad esempio un div che comprende tutta la pagina o bloccare in qualche modo la dimensione della tabella? Come potrei fare?

Vi ringrazio in anticipo dell'aiuto.
Ultima modifica effettuata da 00bullo00 16/05/11 16:51
aaa
08/05/11 9:01
a_butta
Beh intanto devi tener conto di cosa intendi per "farcelo stare sull'intera pagina": la visualizzazione tra i vari monitor cambia pesantemente in base alla risoluzione.
A parte questo io darei delle dimensioni fisse alla tabella (o addirittura alle sue celle) in modo che comunque sia non eccedano.
Poi non vorrei dire una bestialità, dunque parti già dal presupposto che possa essere sbagliato:
td {overflow: auto}
potrebbe funzionare?
aaa
08/05/11 12:15
netarrow
E' scorretto utilizzare le tabelle ai fini del layout.

Questo esempio crea un div grande quanto lo schermo, e un secondo div innestato in quello liquido grande la metà che contiene una parte della divina commedia che ovviamente lo supera in altezza e lo rende quindi scrollabile:

<?xml version="1.0" encoding="UTF-8"?>
<!DOCTYPE html PUBLIC "-//W3C//DTD XHTML 1.1//EN" "http://www.w3.org/TR/xhtml11/DTD/xhtml11.dtd">

<html xmlns="http://www.w3.org/1999/xhtml" lang="it">
    <head>
        <title>Div scrollabile</title>
        <style type="text/css">    
            #main {
                position : fixed;
                top : 0;
                left : 0;
                right : 0;
                bottom : 0;
                background : red;
                width : 100%;
                height : 100%;
            }
            #scrollable {
                background : black;
                width : 99%;
                height : 50%;
                overflow : auto;
                margin : auto;
                margin-top : 0;
            }
            pre {
                color : white;
            }            
            </style>
        
    </head>
    
    <body>
        <div id="main">
            <div id="scrollable">
                <pre>
                    Nel mezzo del cammin di nostra vita
                    mi ritrovai per una selva oscura,
                    ché la diritta via era smarrita. 3
                    
                    Ahi quanto a dir qual era è cosa dura
                    esta selva selvaggia e aspra e forte
                    che nel pensier rinova la paura! 6
                    
                    Tant’è amara che poco è più morte;
                    ma per trattar del ben ch’i’ vi trovai,
                    dirò de l’altre cose ch’i’ v’ ho scorte. 9
                    
                    Io non so ben ridir com’i’ v’intrai,
                    tant’era pien di sonno a quel punto
                    che la verace via abbandonai. 12
                    
                    Ma poi ch’i’ fui al piè d’un colle giunto,
                    là dove terminava quella valle
                    che m’avea di paura il cor compunto, 15
                    
                    guardai in alto e vidi le sue spalle
                    vestite già de’ raggi del pianeta
                    che mena dritto altrui per ogne calle. 18
                    
                    Allor fu la paura un poco queta,
                    che nel lago del cor m’era durata
                    la notte ch’i’ passai con tanta pieta. 21
                    
                    E come quei che con lena affannata,
                    uscito fuor del pelago a la riva,
                    si volge a l’acqua perigliosa e guata, 24
                    
                    così l’animo mio, ch’ancor fuggiva,
                    si volse a retro a rimirar lo passo
                    che non lasciò già mai persona viva. 27
                    
                    Poi ch’èi posato un poco il corpo lasso,
                    ripresi via per la piaggia diserta,
                    sì che ’l piè fermo sempre era ’l più basso. 30
                    
                    Ed ecco, quasi al cominciar de l'erta,
                    una lonza leggera e presta molto,
                    che di pel macolato era coverta; 33
                    
                    e non mi si partia dinanzi al volto,
                    anzi ’mpediva tanto il mio cammino,
                    ch’i’ fui per ritornar più volte vòlto. 36
                    
                    Temp’era dal principio del mattino,
                    e ’l sol montava ’n sù con quelle stelle
                    ch’eran con lui quando l’amor divino 39
                    
                    mosse di prima quelle cose belle;
                    sì ch’a bene sperar m’era cagione
                    di quella fiera a la gaetta pelle 42
                    
                    l’ora del tempo e la dolce stagione;
                    ma non sì che paura non mi desse
                    la vista che m'apparve d'un leone. 45
                    
                    Questi parea che contra me venisse
                    con la test’alta e con rabbiosa fame,
                    sì che parea che l’aere ne tremesse. 48
                    
                    Ed una lupa, che di tutte brame
                    sembiava carca ne la sua magrezza,
                    e molte genti fé già viver grame, 51
                    
                    questa mi porse tanto di gravezza
                    con la paura ch’uscia di sua vista,
                    ch’io perdei la speranza de l’altezza. 54
                    
                    E qual è quei che volontieri acquista,
                    e giugne ’l tempo che perder lo face,
                    che ’n tutti suoi pensier piange e s’attrista; 57
                    
                    tal mi fece la bestia sanza pace,
                    che, venendomi ’ncontro, a poco a poco
                    mi ripigneva là dove ’l sol tace. 60
                    
                    Mentre ch’i’ rovinava in basso loco,
                    dinanzi a li occhi mi si fu offerto
                    chi per lungo silenzio parea fioco. 63
                    
                    Quando vidi costui nel gran diserto,
                    "Miserere di me", gridai a lui,
                    "qual che tu sii, od ombra od omo certo!". 66
                    
                    Rispuosemi: "Non omo, omo già fui,
                    e li parenti miei furon lombardi,
                    mantoani per patrïa ambedui. 69
                    
                    Nacqui sub Iulio, ancor che fosse tardi,
                    e vissi a Roma sotto ’l buono Augusto
                    nel tempo de li dèi falsi e bugiardi. 72
                    
                    Poeta fui, e cantai di quel giusto
                    figliuol d’Anchise che venne di Troia,
                    poi che ’l superbo Ilïón fu combusto. 75
                    
                    Ma tu perché ritorni a tanta noia?
                    perché non sali il dilettoso monte
                    ch’è principio e cagion di tutta gioia?". 78
                    
                    "Or se’ tu quel Virgilio e quella fonte
                    che spandi di parlar sì largo fiume?",
                    rispuos’io lui con vergognosa fronte. 81
                    
                    "O de li altri poeti onore e lume,
                    vagliami ’l lungo studio e ’l grande amore
                    che m’ ha fatto cercar lo tuo volume. 84
                    
                    Tu se’ lo mio maestro e ’l mio autore,
                    tu se’ solo colui da cu’ io tolsi
                    lo bello stilo che m’ ha fatto onore. 87
                    
                    Vedi la bestia per cu’ io mi volsi;
                    aiutami da lei, famoso saggio,
                    ch’ella mi fa tremar le vene e i polsi". 90
                    
                    "A te convien tenere altro vïaggio",
                    rispuose, poi che lagrimar mi vide,
                    "se vuo’ campar d’esto loco selvaggio; 93
                    
                    ché questa bestia, per la qual tu gride,
                    non lascia altrui passar per la sua via,
                    ma tanto lo ’mpedisce che l’uccide; 96
                    
                    e ha natura sì malvagia e ria,
                    che mai non empie la bramosa voglia,
                    e dopo ’l pasto ha più fame che pria. 99
                    
                    Molti son li animali a cui s’ammoglia,
                    e più saranno ancora, infin che ’l veltro
                    verrà, che la farà morir con doglia. 102
                    
                    Questi non ciberà terra né peltro,
                    ma sapïenza, amore e virtute,
                    e sua nazion sarà tra feltro e feltro. 105
                    
                    Di quella umile Italia fia salute
                    per cui morì la vergine Cammilla,
                    Eurialo e Turno e Niso di ferute. 108
                    
                    Questi la caccerà per ogne villa,
                    fin che l’avrà rimessa ne lo ’nferno,
                    là onde ’nvidia prima dipartilla. 111
                    
                    Ond’io per lo tuo me’ penso e discerno
                    che tu mi segui, e io sarò tua guida,
                    e trarrotti di qui per loco etterno; 114
                    
                    ove udirai le disperate strida,
                    vedrai li antichi spiriti dolenti,
                    ch’a la seconda morte ciascun grida; 117
                    
                    e vederai color che son contenti
                    nel foco, perché speran di venire
                    quando che sia a le beate genti. 120
                    
                    A le quai poi se tu vorrai salire,
                    anima fia a ciò più di me degna:
                    con lei ti lascerò nel mio partire; 123
                    
                    ché quello imperador che là sù regna,
                    perch’i’ fu’ ribellante a la sua legge,
                    non vuol che ’n sua città per me si vegna. 126
                    
                    In tutte parti impera e quivi regge;
                    quivi è la sua città e l’alto seggio:
                    oh felice colui cu’ ivi elegge!". 129
                    
                    E io a lui: "Poeta, io ti richeggio
                    per quello Dio che tu non conoscesti,
                    acciò ch’io fugga questo male e peggio, 132
                    
                    che tu mi meni là dov’or dicesti,
                    sì ch’io veggia la porta di san Pietro
                    e color cui tu fai cotanto mesti". 135
                    
                    Allor si mosse, e io li tenni dietro.
                    
                </pre>
            </div>
        </div>
    </body>
</html>
aaa
09/05/11 14:40
Mte90
un link alla pagina che hai fatto per capire meglio la situazione?
le tabelle per i layout non sono il massimo e hai motori di ricerca non gli piacciono tanto...
aaa