Oppure

Loading
15/11 0:40
pascalide
Conosco il Turbo Pascal da 30 anni. Lo studiavo all'università.
Negli anni, nonostante altre esperienze di programmazione, non ho mai smesso di programmare in Turbo Pascal, dato che mi diverte. Risolvo programmi matematici e di mie esperienze di vario genere, quindi per scopo amatoriale e non commerciale.
Negli anni ho acquistato almeno 10 libri sull'argomento, fra i quali Turbo Pascal 6.0 di Neil J. Rubenking (930 pagine) e Borland Pascal (7.0) di Jeff Duntemann (840 pagine). Tutti i libri si occupano sostanzialmente di "programmazione" in Turbo Pascal, che da ora abbrevierò in TP.
Ebbene, nonostante la ricchezza di materiale e di elaborazione di numerosissimi e straordinari programmi, alcuni "fantascientifici", poco o nulla si scrive dell'IDE.
Sia ben chiaro, se devo programmare una schermata con la frase "Hello word!", mi basta sapere giusto "4" cosine, e dell'Ide forse Run, Compile, Open, la finestra Output e due o tre altre cose.
Nulla si dice della macchina sulla quale può o deve girare, sul tipo di hardware minimo, sulla scheda grafica, sul sistema operativo.
Fin quando la cosa girava su DOS, da 3.3 in poi, ciò era di portata più limitata, ma poi, dato che i computer evolvono, si arriva dagli IBM compatibili ai Pentium e poi oltre, fino a quelli attuali.
La prima vera barriera è stata quella del passaggio da 16 a 32 bit, poi quella insormontabile dei 64 bit.
Ecco allora tutto un fiorire di consigli, trucchetti, tricks, patch, fino agli emulatori DOS, che però lasciano qualcosa a desiderare.
La verità è che tutto viene presentato con lo slogan nascosto del tipo: Visto e piaciuto.
Io penso che se una persona è seria e precisa, sarebbe suo dovere svolgere un ruolo di completezza sugli argomenti che presenta sul web o sui libri, non dando per scontato che il lettore è lo stesso sviluppatore del programma.
Ragion per cui, ad esempio, il fatto che esiste FreePascal o Lazarus non vuol dire che tutto stia a posto nei contronti della retrocompatibilità.
Anche per questi due FP e LZ, ci sono moltissime carenze sulla spiegazione di come funzionino, a cominciare dagli ambienti di programmazione, dalle interfacce IDE.
Ognuno dovrebbe imparare da solo a sapere tutto di ogni pulsante dell'interfaccia, quando invece ci sarebbe moltissimo da dire su ciascuno di essi, specie se utilizzati in combinazione.
Ma purtroppo la stessa cosa per TP.
Non ho mai trovato un manuale che spieghi esattamente tutte le funzioni di ogni singolo pulsante dei menù a discesa, con l'elencazione dei pro e contro per ciascun uso.
Tantomento in modo puntuale per le questioni di Environment in Options.
Ad esempio io uso TP su un PC Asrock a 32 bit compatibile per 64 bit (roba del 2008) con Windows XP, dotato di 4 GB di Ram che ho potuto ottenere grazie ad una Patch per il BIOS di un autore terzo, e con la sostituzione del processore con l'ultimo della serie che poteva girare su quella scheda madre che originariamente era per 2 GB di Ram.
Il problema principale è quello della scelta dell'ambiente della finestra DOS in cui TP deve girare.
Se uso per carattere quelli Raster, è conservata la grafica originale dell'interfaccia, se invece uso Lucida Console, l'interfaccia non riesce ad usare i caratteri grafici ASCII correttamente, e invece della cornice appaiono simboli in successione di tutt'altro tipo. Non so se è un problema dell'860 o del 437.
Ma con i caratteri Raster non è facile dimensionare la finestra per ottenere un aspetto confacente con le dimensioni del monitor.
Intanto uso un monitor (HxL) 4x5, anzichè un 3x4 specifico, dato che questi ultimi sono ormai pezzi da museo in CRT, per cui riesco a utilizzare tutti i 1024 pixel dell'altezza (a meno della barra inferiore) solo con Lucida Console 19. Ma la cornice di tutte le finestre è orrenda e inguardabile.
Nessuna spiegazione, nessun post al riguardo in giro, la cosa non interessa, tanto ci sono FP e LZ.
Agli utilizzatori su TP pare che interessi scrivere Program, Uses, Var, Begin End, e basta, anche se i caratteri magari si devono leggere con la lente d'ingrandimento, o se la finestra esce fuori schermo.
Nessun manuale, nessuna guida, nessun libro.
Poi c'è la faccenda della grafica.
Scrivo un programma con funzioni matematiche e geometriche, e vado in Output per visualizzare curve e funzioni in grafica.
Problemi di proporzioni fra ordinate e ascisse, dato il 4x5 di schermo che uso, mentre invece sul 3x4 questi problemi non c'erano.
Pare che la cosa non sia riportata chiaramente su nessuna guida, nessun libro.
Ma c'è SetAspectRatio, evviva!
Peccato che funzioni solo per le linee curve, tipo i Circle e qualcosa del genere.
Sui Rectangle e sulle linee rette nulla da fare. Se traccio due linee una orizzontale e l'altra verticale della stessa lunghezza in pixel, sullo schermo appaiono di lunghezza diversa, quindi poi la cosa si ripercuote sulle linee oblique, per cui, se voglio misurare gli angoli per funzioni trigonometriche, e verificare che i risultati in formato grafico sullo schermo siano in accordo con le tabelle in formato testo, mi devo rassegnare a non fare niente.
Ma allora varrebbe la pena ottenere ad esempio con TP un file grafico (non di testo) magari poi da stampare.
Macché.
Non trovo nulla sui libri, sui manuali, sulle guide, dove si parla solo di programmazione in TP, con migliaia di esempi di programmi ".pas".
Ma forse potrei compilare questi miei programmi in FP o LZ.
Niente da fare.
A questi linguaggi di programmazione non gli scende giù proprio nulla. Ad ogni tentativo di compilazione dei miei pas, vengono elencati un numero infinito di blocchi, di segnalazione, in cui non va giù quasi nessun nome di procedure, quasi nessuna variabile, quasi nessuna funzione. Tutto sbagliato, tutto da rifare.
L'unico programma dei miei provato, che funziona da TP a FP e LZ è "Ciaoword.pas".
Insomma, neanche su FB e LZ viene spiegato come ci si deve tirare fuori dai problemi di grafica e di salvataggio di immagini grafiche.
Su TP con XP ho provato con il tasto Stamp, ma nulla da fare.
Ho provato con uno Screenshot, e peggio che andar di notte. Mi si salva una bitmap totalmente bianca e vuota.
Ma nessuno ne parla. Forse le cose vanno meglio su FP e LZ?
Insomma, dopo questo sfogo informatico-digitale, quale soluzione?
Chi sarebbe quello studioso scrupoloso che si occupa di spiegare per benino le cose che servono per utilizzare "davvero" in modo completo e globale un software come TP? In tutti i suoi aspetti di reale utilizzo? E non per un solo singolo problemino di codice. E la stessa cosa per FP e LZ?
Che me ne faccio di migliaia di righe di codice belle e pronte, scritte su un libro o in un forum, se poi non so utilizzare tutte le opzioni e potenzialità di un software di programmazione? Se non conosco nemmeno quante sono e dove sono? Se non conosco ciò che quel software può fare e non può fare su quel sistema operativo e su quella macchina?
Non pretendo un sapere universale su tutto, su ogni PC o Notebook, ma un discorso generale, almeno completo; c'è qualcuno che ne ha avuto voglia e/o volontà amatoriale di compiere?
Sia ben chiaro: so benissimo, anzi, arcibenissimo che con C++, o Phyton, o altro, posso risolvere certi problemi.
E so benissimo che un giovane nerd attuale potrebbe sorrideremi con malcelato scherno, pensando: ma questo boomer, che vuole?
Ma se si parla ancora di TP, se si pubblicizza con ogni megafono che c'è DOSBox o altro per usare TP su Windows 10, allora perché non ci si decide a mettere a posto tutta una serie di manchevolezze che tuttora esistono, ma che si finge invece che non esistano? E perché non si dice che su FP e LZ moltissimi programmi scritti in TP non possono girare così come sono? Cioè che la retrocompatibilità nella fattispecie è praticamente uno slogan pubblicitario? Cerchiamo tutti di essere sinceri e con i piedi per terra.
Il tutto con il mio più totale rispetto e con la maggior stima possibile degli utenti e degli amministratori di questo forum.
15/11 11:11
nessuno
Programmo da oltre 40 anni ma non ho capito cosa vuoi.
Ricorda che nessuno è obbligato a risponderti e che nessuno è perfetto ...
---
Il grande studioso italiano Bruno de Finetti ( uno dei padri fondatori del moderno Calcolo delle probabilità ) chiamava il gioco del Lotto Tassa sulla stupidità.
15/11 17:37
AldoBaldo
Io invece credo di aver capito: con buone ragioni, lamenta di come il passo dell'avanzamento tecnologico sia troppo lungo e troppo rapido, lasciando indietro tutti quelli che hanno speso tempo ed energie per avvicinarsi ad un mondo che si è disgregato sotto ai loro piedi proprio mentre stavano cominciando a capirci qualcosa.

E' un fenomeno, invero, che non tocca solo l'informatica: stiamo correndo davvero troppo in fretta ("stiamo" inteso come collettività, perché in realtà tutto questo correre lascia indietro le persone, rendendole obsolete ben prima che siano realmente anziane).

E' più che altro un problema sociale, che si riflette pure nel micromondo dei computer.

Edit: il fenomeno non ha soluzione, dato che si basa su caratteristiche etologiche sulle quali non possiamo certo intervenire individualmente.
Ultima modifica effettuata da AldoBaldo 15/11 17:39
ATTENZIONE! Sono un hobbista e l'affidabilità delle mie conoscenze informatiche è molto limitata. Non prendere come esempio il codice che scrivo, perché non ho alcuna formazione accademica e rischieresti di apprendere pratiche controproducenti.
19/11 19:14
Ultimo
Si possiamo paragonarlo allo sviluppo di nuovi veicoli sempre più sofisticati, ma rimaniamo affezionati a quelli più vecchi.

If ok Then GOTO Avanza else GOTO Inizia

20/11 19:35
AldoBaldo
Postato originariamente da Ultimo:

Si possiamo paragonarlo allo sviluppo di nuovi veicoli sempre più sofisticati, ma rimaniamo affezionati a quelli più vecchi.



Ottimo paragone. Non avrei saputo esemplificarlo meglio.

Non solo rimaniamo affezionati, in realtà siamo molto più efficienti nel loro uso perché siamo abituati/addestrati a controllarli, laddove cambiando ricominci non dico da zero, ma comunque alcuni passi indietro. Ed è uno sforzo che, ripetuto, diventa (inutilmente) estenuante. Dovremmo darci una calmata, ed avanzare con un passo più a misura d'uomo, ovvero più lento, più dilatato. Invece no, perché per chi decide è più conveniente fare il contrario.
Ultima modifica effettuata da AldoBaldo 20/11 19:37
ATTENZIONE! Sono un hobbista e l'affidabilità delle mie conoscenze informatiche è molto limitata. Non prendere come esempio il codice che scrivo, perché non ho alcuna formazione accademica e rischieresti di apprendere pratiche controproducenti.
27/11 8:55
nessuno
"Capire" era più che altro rivolto a dove volesse parare con queste "lamentazioni" ...

Prima del telecomando per la TV mi dovevo scomodare e andare a regolare la TV, non mi sono certo lamentato che lo abbiano inventato e introdotto. Era un "miglioramento".

E tutto è un miglioramento, in qualsiasi campo.

Ma c'è chi si lamenta comunque e vorrebbe continuare ad alzarsi per cambiare canale.
A buon intenditor...
Ricorda che nessuno è obbligato a risponderti e che nessuno è perfetto ...
---
Il grande studioso italiano Bruno de Finetti ( uno dei padri fondatori del moderno Calcolo delle probabilità ) chiamava il gioco del Lotto Tassa sulla stupidità.
27/11 20:00
AldoBaldo
Il problema non è il cambiamento in sé (quando produce effettivi miglioramenti, e non è certo una costante), quanto piuttosto la velocità del cambiamento e l'obsolescenza precoce e forzata delle cose e delle persone che ne deriva. Decisamente eccessiva.
ATTENZIONE! Sono un hobbista e l'affidabilità delle mie conoscenze informatiche è molto limitata. Non prendere come esempio il codice che scrivo, perché non ho alcuna formazione accademica e rischieresti di apprendere pratiche controproducenti.
27/11 22:19
nessuno
E' una valutazione soggettiva la tua. Per me la velocita' e' stata anche relativamente modesta e si potrebbero ottenere miglioramenti in tutti i campi molto piu' rapidamente, ad esempio con i computer quantistici.

Alcune peraone sono lente nell'adattarsi, vero, decisamente lente. O addirittura si rifiutano di cambiare
Ultima modifica effettuata da nessuno 28/11 7:43
Ricorda che nessuno è obbligato a risponderti e che nessuno è perfetto ...
---
Il grande studioso italiano Bruno de Finetti ( uno dei padri fondatori del moderno Calcolo delle probabilità ) chiamava il gioco del Lotto Tassa sulla stupidità.